lunedì 5 febbraio 2007

Automi con corpi molli e flessibili nel futuro della robotica

Il mondo della robotica, almeno nei suoi aspetti più basilari, appassiona sicuramente molti di noi per i suoi lati più tecnici. E' innegabile inoltre che dall'essere oggetto di fantascienza, i robot e i piccoli automi diventano man mano una realtà sempre più consistente in diversi ambiti, come quello medico, industriale o anche amatoriale. Purtroppo comunque esistono alcuni difetti implementativi che ne limitano l'uso, come il fatto che la tipica costituzione di un automa sia rigida.

Per ovviare al problema, due ricercatori, Barry Trimmer e David Kaplan, rispettivamente professori di biologia e di ingegneria biomedica, stanno dedicando i loro sforzi ad un progetto chiamato Biomimetic Technologies for Soft-bodied Robots.

L'iniziativa, nella quale sono coinvolte sette personalità della Tufts University, si occuperà di combinare diversi campi della scienza, come la bioingegneria e le nanotecnologie per sviluppare automi con corpi flessibili basati su materiali biologici, come quelli che si possono trovare in cellule viventi, con applicazioni immediate in campo medico, ma anche elettronico.

Come spiega Trimmer, "... molte macchine includono materiali flessibili nelle loro giunture e possono essere incredibilmente veloci, forti e potenti, ma non c'è nessuna tecnologia attualmente che possa avere le stesse prestazioni di un animale che si muove sul terreno naturale". Lo scopo del progetto è quindi quello di integrare ed ampliare le conoscenze attuali, con particolare attenzione verso i comportamenti animali e gli insetti, a proposito dei quali Trimmerha reso disponibile un bel po' di materiale.

Il problema principale resta comunque il fatto che nonostante i progressi nell'uso di materiali flessibili - si pensi ad esempio alle comuni tastiere - controllare un corpo flessibile in maniera precisa è ancora un'impresa troppo ardua, motivo per cui i robot si muovono ancora meccanicamente e non in maniera fluida. Si spera comunque che integrando le conoscenze, con particolare riguardo ai biopolimeri, si riescano a portare a termine gli obiettivi del progetto, ossia il controllo di sistemi flessibili e la costruzione finale di applicazioni pratiche.


fonte: Programmazione.it

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