mercoledì 2 maggio 2007

KML e una semplice classe KMLCreator

Sicuramente Google Earth è uno tra i software che hanno riscosso più successo negli ultimi anni e sicuramente quello che ha generato, anche per chi non è immerso nel mondo informatico, una sorta di stupore per le grandi potenzialità che mostra all’utente. Evitando di decantare ulteriormente le glorie di questo software, approfondiamo brevemente il formato e le regole, che permettono di rappresentare un oggetto, un edificio, un punto qualsiasi del globo attraverso Google Earth.

Il formato si chiama KML (Keyhole Markup Language) e costituisce una grammatica per la creazione di modelli e la memorizzazione di caratteristiche geografiche da visualizzare in Google Earth, e in realtà anche per Google Maps e Google Maps for Mobile.

Brevemente possiamo dire che un file KML viene letto da un web browser allo stesso modo di un file XML e, come quest’ultimo, è costituito da un struttura a tag che descrive i nomi e gli attributi delle risorse da visualizzare. Ad esempio per aggiungere un placemark è sufficiente il seguente file KML:

< ?xml version="1.0" encoding="UTF-8"? >
< xmlns="http://earth.google.com/kml/2.1">
<>
<>CasaMia, Italy< /name >
<>Questo è il punto da raggiungere per arrivare a casa mia< /description >
<>
<> 102.595626,14.996729 < /coordinates >
< /Point >
< /Placemark >
< /kml >


Alcuni sviluppatori hanno iniziato a sviluppare semplici classi, che possono essere utilizzate appunto per creare file Google Earth KML. L’implementazione è ancora ai primi stadi di sviluppo e vuole essere soltanto una guida per il coding di ulteriori caratteristiche future. La versione in esame prevede infatti principalmente tre classi, la KMLCoordinates, la KMLPoint e la KMLLine. La prima definisce la latitudine, la longitudine e l’altitudine di una coordinata nello spazio; la seconda genera una PIN location utilizzando un’istanza di KMLCoordinates e la terza genera invece una linea a partire da un insieme di coordinate.

Visto lo stadio di sviluppo, il codice è molto semplice, tanto che la parte più complessa risulta quella relativa all’effettiva scrittura del file XML. Per chi volesse analizzare più da vicino queste classi è disponibile sul sito di riferimento un package scaricabile.

fonte: programmazione.it

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